Viaggio alla scoperta di Paros
Viaggio alla scoperta di Paros
Grecia... in solitaria

Grecia… in solitaria

Ebbene sì, sono tornata solo qualche giorno fa dalla mia prima “capatina” sull’isola, ma posso già dichiarare nuovamente avviato il mio countdown alla ripartenza.

Dopo aver trascorso, lo scorso anno, quasi 20 giorni di fila sull’isola, e aver aspettato -poi- quasi 10 mesi prima di rimetterci piede, tra un mal di Grecia insito nella mia anima e sempre lacerante, e le foto di chi trascorreva l’estate nel mio paradiso mentre io ero rientrata a lavoro, ho deciso che quest’anno avrei adottato una strategia differente.

Ho deciso che avrei spalmato in più mesi i giorni che solitamente dedico alla mia isola, tornandoci più spesso anche se per meno giorni.

Una serie di “toccate e fughe” plurime per soddisfare quella voglia di lei che mi prende.

Per avere l’emozione continua dell’arrivo, ma lenire la malinconia della partenza (pensando al nuovo prossimo arrivo).

A breve, dunque, si torna sull’isola, ma stavolta in “solitaria”… senza amiche, senza marito, senza cagnolino…

Io e la mia fidatissima Panda, compagna straordinaria di viaggio e avventure…

Io e il sole che mi accarezza la pelle, il vento che gioca con i miei capelli, la polvere degli sterrati che crea nuvole gigantesche intorno a me.

Io e la mia macchina fotografica, pronta a scattare l’ennesima foto di quello scorcio che tanto amo e che, tuttavia, è sempre pronto a sorprendermi ogni volta che lo vedo.

Io e i miei silenzi, i miei pensieri, i miei sogni e le mie speranze.

Io e i miei vicoli, i miei villaggi, le vecchiette che innaffiano i fiori all’ora del tramonto, e siedono all’ombra di muri ricoperti di bouganville.

Io e le mie chiacchiere con i vecchietti della pasticceria in cui mi fermo per una pausa al gusto di frappé e biscotto alla mandorla.

Io e i miei amici… vecchi e nuovi… gente incontrata grazie anche alla splendida avventura della mia pagina su facebook.

Perché su un’isola greca, fondamentalmente, soli non ci si sente mai, anche se soli si arriva.

Giri per strada, e la gente ti accoglie con i loro immensi sorrisi. 

E se, poi, accenni anche solo a qualche parola nella loro lingua, anche un semplicissimo “kalimera!”, é fatta.

Diventi uno di loro, parte della loro immensa famiglia, e -certe volte- ti spalancano anche le porte di casa.

Come Benedetta e le sue 6 portate a colazione, preparate ogni mattino apposta per lei, con tanta pazienza e amorevolezza, assieme alla “schiscetta” per il pranzo, sia mai dovesse restare morta di fame andando in giro per Tinos. 

Come Viviana, e il suo strampalato passaggio in motorino in aeroporto, strappato davanti ad una semplice chiacchiera in un bar.

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