Λευκός (“Lefkòs”), in greco, significa bianco.
Non è, dunque, un caso che così si chiami anche uno dei paesini più caratteristici dell’entroterra pariano: Lefkes, appunto “tutto bianco”.
In qualsiasi guida su Paros, Lefkes è indicata come una meta da non perdere per completare il proprio viaggio alla scoperta dell’isola; una di quelle chicche che non potrete fare a meno di amare perdutamente.
Non che questo sia del tutto sbagliato. Lefkes è splendida nel suo candore, ma proprio perché più famosa delle “sorelle” circostanti (vedi Marpissa, Prodromos e Kostos), risente un pò del passaggio dei turisti, anche se non si arriverà mai a parlare di vera e propria folla.
Il momento migliore per gustarla tutta per sè, dunque, è andarci nelle prime ore del pomeriggio, quando l’intero villaggio sonnecchia in compagnia dei suoi gatti stesi al sole, e il resto dei turisti è sdraiato sulla soffice sabbia dorata di qualche lido circostante.
Tuttavia, l’arrivo della sera stende su Lefkes un velo speciale, quasi d’incanto: i mulini della vallata circostante riflettono la luce assorbita durante il giorno, proiettandola sul palcoscenico del villaggio, al cui centro si erge la chiesa che, tutta illuminata, sovrasta i tetti delle case.
Se vi fermate tra i tavolini del ristorante Aranto, proprio all’ingresso del paese e frequentato da gente del posto, potrete gustare una cena a base di specialità prevalentemente di carne; e se andrete in gruppo, avrete modo di assaggiare più stuzzichini di vario tipo, come sono soliti fare i Greci con le loro mezedes (porzioni tipo “tapas”, che offrono un assaggio della cucina del posto).
A fine cena, vi verranno offerti lo yogurt con ciliegie e miele, e un sacchettino di origano profumatissimo, in ricordo della vera ospitalità greca!