Mi sono sempre chiesta come sia visitare un’isola Greca in pieno inverno, se non addirittura come sia viverci.
Ebbene, quest’anno -per la prima volta- ho deciso di vivere l’esperienza, e ho prenotato una mini fuga nella mia isola del cuore, per regalare a me stessa e a papà qualche giorno di spensieratezza e relax, dopo il difficile periodo che abbiamo attraversato.

Diciamo che i preparativi non sono stati esattamente dei migliori: l’applicazione del meteo non faceva altro che mostrarmi giorni di pioggia torrenziale e venti gelidi, come conseguenza di uno degli inverni più tosti e difficili da anni.
Chiaramente, l’idea di andare a Marzo sull’isola non sfiorava nemmeno lontanamente -nel mio immaginario- l’opportunità di godere del tepore di inizio estate e di eventuali bagni.
Ma non valutava nemmeno la possibilità di chiudersi in una camera di albergo ad osservare la pioggia dalle finestre, con uno stato d’animo già malinconico di suo.
È così che lei ha realizzato il primo miracolo, donandomi uno dei regali più belli che potesse, in questo particolare periodo della mia vita: dall’istante in cui siamo atterrati sull’isola, fino all’istante in cui siamo ripartiti, abbiamo goduto di un sole meraviglioso e di temperature degne di un Maggio inoltrato!
Di giorno giravamo in maglietta a maniche corte e felpa, la sera naturalmente rinfrescava un pò e avevamo bisogno di una giacca… ma per essere Marzo, e per di più reduce da un inverno di pioggia incessante, direi che la mia isola ci abbia accolto nel migliore dei modi.

Ho girovagato tanto, come al mio solito… coinvolgendo anche papà nelle mie avventure per strade e sterrati più dissestati che, con la pioggia, sono diventati abbastanza impraticabili (ahimè)… per cui, in maniera particolare quest’anno, vi consiglio davvero di noleggiare una macchina e lasciar perdere il motorino!
Ho scattato decine e decine di fotografie, cogliendo la mia isola rivestita di un abito completamente nuovo, dai colori del verde sgargiante e del giallo fluo.
E ho potuto perfino cogliere l’aspetto più sereno e rilassato della zona del faro di Cape Korakas, che solitamente -durante la stagione estiva- è flagellata dai venti provenienti da nord.
L’ho osservata mattina e sera, brulicante di vita; un’isola in piena attività anche d’inverno, con la peculiarità di vedere in azione loro, i veri protagonisti dell’isola, che durante la stagione turistica cedono il passo alle migliaia di ospiti: i local.
Ho frequentato i locali frequentati da loro, quei pochi aperti durante tutta la stagione invernale, per ritrovare intatti i gusti della tradizione, che ricerco continuamente quando sono sul suolo ellenico.
Ho scoperto nuovi posticini in cui mangiare, ne ho riscoperti altri che non mi avevano entusiasmato un granché in passato, e tocca -dunque- mettermi a lavoro alla guida, per poterla nuovamente aggiornare in base alle recentissime esperienze!

Ho conosciuto nuove persone, e sono stata letteralmente travolta dall’affetto e dall’entusiasmo dei vecchi amici.
Avete presente quando varcate la soglia di un negozio/ristorante/attività, con la voglia matta di rivedere le facce di chi lavora all’interno, ma l’insicurezza dovuta -in parte- alla vostra timidezza di fondo, in parte alla consapevolezza che -probabilmente- nemmeno si ricorderanno di voi?
Potete, dunque, immaginare e comprendere il mio tonfo al cuore di fronte alla sorpresa di Maria mentre passavo accanto al kafeneion del mio cuore, o alle urla di gioia di Bella e Maria mentre varcavo la soglia del loro forno per comprare le mie amatissime mizithropitakia (delle favolosissime tortine dolci, a base di mizithra, un formaggio simile alla nostra ricotta).
Mi sono sentita una di loro, accolta come se fossi parte della loro naturale cerchia di conoscenze.
Grazie ?

Ho visto gente nuotare nelle acque piatte e cristalline dell’isola (non dimenticate che vi sto parlando di Marzo!), e altri che ci hanno provato immergendosi a metà… vero, Mona?

Ho festeggiato il giorno del mio compleanno sull’isola, con il dolce risveglio di una tiepida bougatsa e -a seguire- lo strafogo di cibo a profusione… a pranzo e, naturalmente, a cena.
Ho visto luoghi familiari in vesti completamente differenti: mura solitamente incorniciate da bouganville… ora fredde, prive di alcuna macchia di colore, e scrostate.
Alberi rigogliosi che accolgono, sotto le loro fronde, i tavolini di una delle taverne più tradizionali dell’isola (siete mai stati da Haroula a Marpissa?
Qui un assaggio dell’atmosfera che si respira!)… ora appena potati e completamente spogli.

Ho assistito al fermento dei lavori di “ristrutturazione”, specie dopo un inverno piovoso come quello appena trascorso, per preparare l’isola all’accoglienza turistica.
Ho visto le capre!
Che novità, direte voi… eppure a Paros non mi era capitato mai di vederne, perché probabilmente d’estate l’isola è talmente brulla e arida che i pastori cercano rifugio in altri luoghi…
Insomma, non so quale sia la spiegazione reale, ma finalmente posso attestare che le capre esistono pure a Paros ?

Ho bevuto il frappé… finalmente senza dover aspettare così tanti mesi tra un sorso e l’altro… con i piedi sulla sabbia e il sole sulla pelle (sempre vi rammento che sto scrivendo di Marzo… a maniche corte).

Ho parlato in Greco, rompendo il ghiaccio di un’insicurezza conseguente al fatto di averlo messo un pò di lato negli ultimi mesi.
Mi è bastato salire su un aereo Aegean per sentirmi subito a casa, e catapultarmi immediatamente nella loro meravigliosa fonetica.
Grazie ad Andreas, il mio insegnante, per avermi cercata e ricondotta sulla strada dell’apprendimento… esprimermi in Greco, quando sono in Grecia, non ha eguali.
Paros è un’isola che conosco, ormai, come le mie tasche.. l’ho percorsa da cima a fondo, in lungo e largo, eppure continuo ancora a macerare centinaia di chilometri a bordo della mia fidatissima Pandina, con la voglia di scoprire ed esplorare sempre qualche scorcio nuovo, e regalare a me e a voi il ricordo di qualche scatto con la macchina fotografica.
Come avete avuto modo di leggere, in questi pochi giorni Paros è stata in grado di darmi davvero tanto… ma quel che conta ancor di più, è che è riuscita a donarmi una serenità che cercavo da mesi, lenendo come un balsamo miracoloso quella malinconia che avevo nell’animo e regalandomi quel benessere interiore che solo i luoghi del cuore riescono ad infondere.
Non ho alcun dubbio che lei sia la mia oasi di pace.

6 commenti su “Paros d’inverno”
Ciao Roberta, che piacere leggere il tuo racconto su Paros. Cercavo informazioni perché voglio andarci, ho bisogno di andare via da qui ed é da giugno che girovago alla ricerca della mia meta: Lisbona (1,5 mesi), Hammamet (10 giorni) e ora Paros per 1 mese (quello che ho in mente al momento). Mi puoi/sai dare qualche info in più riguardo dicembre/gennaio? So che ci sei stata a marzo, ma hai parlato con tante persone che magari ti hanno detto….
Come vedrai dal sito, sono titolare di una startup di magliette e camice bianche, ho letto che a Paros c’è gente selezionata e magari potrei aprire un negozietto li, tu hai visto negozi interessanti?
Grazie mille. un abbraccio. Cristina
Ciao Cristina!
Dunque, la maggior parte degli amici che vive sull’isola tutto l’anno, torna in Italia proprio nei 2 mesi che mi hai indicato tu: dicembre e gennaio.
Sicuramente complice il Natale e la voglia di trascorrere le festività con la famiglia, ma probabilmente perché quei mesi, insieme a febbraio, sono ritenuti i più “difficili” anche dai local.
Nel senso che non c’è un granché da fare, è comunque inverno (quindi la vita all’aperto si riduce), e le possibilità di svago, su un’isola, sono sempre limitate.
Dei miei amici, quest’anno, hanno deciso che resteranno sull’isola per il Natale, e i local hanno accolto questa loro decisione come fosse particolarmente stravagante 😃
Detto ciò, se il tuo bisogno è quello di evadere, senza l’esigenza di andare in un posto al caldo o ricco di chissà quali possibilità di divertimento, credo valga sempre la pena trascorrere un periodo su un’isola greca.
A me piacerebbe “testare” sull’isola ogni singolo mese dell’anno!
Grazie di cuore ❤️ ho condiviso il tuo stato d animo e ora accarezzo l idea di tornare ancora una volta in questa terra magica❤️❤️
Annamaria, mi auguro tu possa tornarci al più presto! ?
Beh che dire??Aspettavo questo articolo e le foto di Paros colorata di verde, e come mi immaginavo, è ancora più bella che mai.. Non l’ho mai vista fuori stagione (io l’isola l’ ho vissuta a Settembre due volte per vacanze e da Maggio ad Ottobre per lavoro) ma mi sono promessa che prima o poi lo farò… Sono contenta che almeno in parte l’isola abbia lenito il to periodo no e che in quei giorni lì sei stata spensierata … Ogni volta che sono un pò tormentata penso che anche a me Paros farebbe lo stesso effetto lenitivo… Bellissima comunque tutta verde e fiorita… Grazie per aver condiviso le foto e soprattutto il racconto di questo viaggetto.. Un abbraccio 🙂
Grazie, Beatrice, per essere passata sul blog!
In effetti, l’isola ha sorpreso anche me… sapevo che l’avrei vista “colorata” in maniera differente, e che avrei avuto la possibilità di assaporare scorci differenti da quelli cui sono abituata.
Quello che mi ha sorpreso è che mi abbia fatto venire voglia di viverci anche in inverno!
E che mi abbia condotta lontano dalla mia malinconia, almeno per un pò…
Insomma, come sempre è stata in grado di esercitare la sua grande magia.
Se dovesse capitarti la possibilità di visitarla all’inizio della primavera, credo che sia una di quelle cose di cui approfittare immediatamente 🙂