Avete mai sperimentato l’attesa di una nave nel porto di un’isola greca?
Un’esperienza unica!
La coda di chi aspetta, magari impaziente per uno dei classici ritardi accumulati, con lo sguardo perso nel vuoto, al di là dell’orizzonte, ad indovinarne la sagoma che sbuca al di lá del faro.
E lei che si erge imponente, al di sopra dei cumuli di casette bianche tutt’intorno, e annuncia il suo arrivo in grande stile con quel fischio lungo e persistente.
Il valzer delle manovre, la nave che gira su se stessa per l’attracco, la fila di macchine e camion pronte all’imbarco, i trolley degli aspiranti passeggeri che sfrecciano sull’asfalto, assieme alle luci riflesse dagli occhiali da sole e a quell’inconfondibile odore di salsedine.
E prima di riempirsi nuovamente, lei si svuota della vita che l’ha popolata fino a qualche minuto prima, in un’ordinatissima sfilata di mezzi a motore ed esseri umani che scendono dalle passerelle per approdare al suolo di quell’isola che li attende al rientro da un lungo viaggio, o che li ospiterà per il resto delle loro vacanze.
Avete mai provato a prendere nota dei tempi in cui avviene questo velocissimo turn around?
Provate a sedervi ai tavolini di un caffè poco distante, e ammirate questo coloratissimo carosello, in cui tutto risulta così straordinariamente ordinato e perfettamente cronometrato: sbarcano, imbarcano, caricano i pallet e ripartono subito alla volta di un’altra isola!
La cosa si nota specialmente nei porti delle isole più piccole: l’esperienza vissuta a Lipsi è stata un autentico spettacolo!
Sembra quasi che la nave rappresenti, per l’isola, quel momento di contatto con il mondo là fuori, come il filo di una collana che lega tra loro, in maniera salda, le varie perline affinché non si perdano tra loro.
Quei 10 minuti che collegano l’isola al resto del mondo.