Il 26 Settembre del 2000, a largo dell’isola di Paros, affondò la nave traghetto della Express Samina, causando la morte di 80 persone (su un totale di 473 passeggeri e 61 membri dell’equipaggio).
Era partita dal Pireo e, alle 22:12 circa, sotto la guida del pilota automatico, entrò in collisione con gli isolotti Portes, due scogli affioranti ben segnalati posti a circa tre miglia dal porto di Paroikia.
L’allagamento della sala macchine, a seguito dello squarcio, provocò l’inclinazione laterale della nave e l’impedimento di calare in mare tutte le scialuppe disponibili. A questa situazione già critica, si aggiunsero le scarse condizioni atmosferiche e, a quanto pare, la scarsa assistenza che l’equipaggio di bordo fornì ai passeggeri.
La maggior parte delle 80 vittime del disastro fu rinvenuta ancora a bordo della nave dai sommozzatori.
Oltre alle responsabilità accertate di alcuni membri dell’equipaggio (che furono, in seguito, condannati ad anni di carcere), emersero anche delle irregolarità sui certificati di idoneità alla navigazione. Questo evento spinse il Governo greco a sospendere l’attività di un cospicuo numero di traghetti di linea e navi da crociera, per effettuare le dovute verifiche del caso, e a ridurre il limite di età del servizio di tali navi da 35 a 30 anni.
L’incidente ebbe una tale risonanza, che il Presidente della compagnia navale si suicidò due mesi dopo.
Tra le rovine dell’antico faro di Agios Fokas troverete un monumento in ricordo dei morti di quella tragedia, che guarda proprio dritto ai due scogli su cui la nave si arenò.
Era partita dal Pireo e, alle 22:12 circa, sotto la guida del pilota automatico, entrò in collisione con gli isolotti Portes, due scogli affioranti ben segnalati posti a circa tre miglia dal porto di Paroikia.
L’allagamento della sala macchine, a seguito dello squarcio, provocò l’inclinazione laterale della nave e l’impedimento di calare in mare tutte le scialuppe disponibili. A questa situazione già critica, si aggiunsero le scarse condizioni atmosferiche e, a quanto pare, la scarsa assistenza che l’equipaggio di bordo fornì ai passeggeri.
La maggior parte delle 80 vittime del disastro fu rinvenuta ancora a bordo della nave dai sommozzatori.
Oltre alle responsabilità accertate di alcuni membri dell’equipaggio (che furono, in seguito, condannati ad anni di carcere), emersero anche delle irregolarità sui certificati di idoneità alla navigazione. Questo evento spinse il Governo greco a sospendere l’attività di un cospicuo numero di traghetti di linea e navi da crociera, per effettuare le dovute verifiche del caso, e a ridurre il limite di età del servizio di tali navi da 35 a 30 anni.
L’incidente ebbe una tale risonanza, che il Presidente della compagnia navale si suicidò due mesi dopo.
Tra le rovine dell’antico faro di Agios Fokas troverete un monumento in ricordo dei morti di quella tragedia, che guarda proprio dritto ai due scogli su cui la nave si arenò.
