Viaggio alla scoperta di Paros
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Oggi avrei... - Riflessioni su una Pasqua che non vivrò

Oggi, avrei… Riflessioni su una Pasqua che non vivrò

Oggi è la giornata dell’ “AVREI”.

Avrei dovuto essere in ferie, e prendere un volo atterrato da pochi minuti a Mykonos.
Saltare sul primo traghetto e raggiungere lei, la mia isola.
Incontrare Ioannis, prendere la macchina e dirigermi -per la prima volta- subito verso est, attraversando la campagna così verde e scintillante di questo periodo.
Avrei scoperto per la prima volta una nuova casa, proprio nel mio villaggio del cuore, in quel villaggio in cui avrei voluto assistere alle celebrazioni della Pasqua.
Avrei sistemato le mie cose, ammirato la bellezza del panorama circostante, e mi sarei precipitata al forno di Bella per una tortina ripiena di mizythra dolce, e un freddo cappuccino.
Due chiacchiere, un meze da Maria, e la voglia di salutare tutta la mia isola, da nord a sud, da est a ovest, che mi brucia il sangue.
Non sto più nella pelle.
Christos e la piazzetta di Naoussa che si riempie di persone che festeggiano la Pasqua, il pesce in riva al mare ad Alyki, il silenzio e la pace del BuonVento, i vicoli di Lefkes, i tramonti dal Filoxenia, le cene al Siparos, i miei sterrati tra Ambelas e Ysterni, gli occhi che mi si riempiono di meraviglia, e il mio ultimo saluto prima di ripartire “ci vediamo tra un mese!”.

Oggi avrei... - Riflessioni su una Pasqua che non vivrò

Oggi avrei... - Riflessioni su una Pasqua che non vivrò

Oggi avrei... - Riflessioni su una Pasqua che non vivrò

E, invece, non sono mai salita su quell’aereo… 

Non sono mai cominciate le mie ferie.
O, meglio, le mie ferie sembrano ormai infinite, dato che non lavoro da più di un mese.
Mi è stata rubata la possibilità di soggiornare in quella meravigliosa casa a Prodromos, mi è stata tolta la possibilità di incontrare una nuova famiglia, di perdermi nelle strade di sempre che, però, mi emozionano ogni volta, di ritrovare luoghi e persone che amo, e di scoprirne di nuovi.
E non ho potuto nemmeno pronunciare quel “ci vediamo tra un mese”, perchè tra un mese probabilmente sarà ancora tutto uguale.
Tutto così.

Non che stia male, tutt’altro.
La mia casa, il mio rifugio, mi piace… è stata fatta a mia immagine e somiglianza, al suo interno mi sento protetta.
Adoro sentire gli uccellini in giardino, al mattino presto, e il suono delle campanelle che ho appeso tra i rami dell’ulivo, che mi riportano ai greggi di capre che, al tramonto, rientrano agli ovili.
Non sono sola, ho la fortuna di condividere questo momento con mio marito e il nostro cane, che -tra tutti- è quello che se la passa meglio. Mai più solo un singolo istante, con la pallina sempre in bocca e due fianchi su cui riposare.
Mi scaldo al sole, leggo, sto sui social, studio (pochino), guardo film, scarico la stanchezza di un anno da incubo, rifletto, mi interrogo, mi rilasso…

E, però, questa sarebbe stata la mia prima Pasqua sull’isola che amo.
La mia prima tappa dell’anno, la mia prima ricarica di energia.
E non so se e quando potrò rivederla.

Quindi, si… oggi sto bene, non mi manca nulla, in fondo…
Ma, se avessi potuto, oggi avrei….

Oggi avrei... - Riflessioni su una Pasqua che non vivrò

Oggi avrei... - Riflessioni su una Pasqua che non vivrò

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