L’idea del matrimonio a Paros nasce un po’ inseguendo un sogno che, forse, non pensavo si sarebbe mai realizzato.
Come avrete avuto modo di leggere già altrove nel blog, o su Facebook, sono capitata a Paros per la prima volta nel 2012, assieme a Francesco, che poi sarebbe diventato mio marito.
Era una mini vacanza itinerante per le isole greche, organizzata a modo nostro, cioè nella maniera di viaggiare che tanto amiamo, stile piccolo tour de force: 4 isole in soli 12 giorni, pochi giorni ciascuna ma sufficienti per immergersi a pieno nella loro atmosfera e coglierne l’anima.
Paros fu la prima di quel giro, inserita quasi per caso, solo per spezzare il lungo tragitto in partenza dal Pireo e diretto alle isole più lontane.
Eppure, quella piccola isoletta scoperta solo in virtù di un migliore incastro tra orari e spostamenti via nave, sarebbe stata quella che ci saremmo portati dietro nei ricordi con più amore.
Tante volte, durante quella vacanza, una volta approdati nelle altre isole del mini tour, ci è capitato di pensare a Lei con nostalgia.
Non perché le altre fossero meno belle; ma Lei ci aveva dato qualcosa di inspiegabile a parole.
Tutte le volte che mi capitava di fantasticare sull’ipotetico giorno del nostro matrimonio, sognavo di essere proprio lì, a Paros, o in una delle “mie”altre isole amate, in qualche chiesetta dalle mura bianche e le cupole blu, dispersa nella mia amata campagna greca.
Il giorno della “proposta” (lo scrivo tra virgolette, perché il modo in cui abbiamo deciso di sposarci è stato parecchio bizzarro, e meriterebbe -forse- un capitolo a sé), quasi ridendo ho rivolto a lui la fatidica domanda: “Beh, allora scegli tu: Paros, Leros o Lipsi?”.
Senza pensarci nemmeno molto, opta per Paros: “più facile da raggiungere per tutti gli invitati”.
Credo stia scherzando, del resto l’idea del matrimonio in Grecia è sempre stata mia.
Lui è uomo, quindi più pragmatico, meno idealista, più concreto… si sa che le donne sognano più in grande, specialmente quando fantasticano sul loro “grande giorno”.
Eppure mi rendo conto che lui fa sul serio.
E, per me, sarebbe disposto ad una trasferta in terra ellenica, pur di realizzare questo mio piccolo desiderio.
E così, inizio anch’io a fare sul serio, cercando sul web qualche agenzia specializzata nell’organizzazione di matrimoni in Grecia.
Dopo qualche contatto poco soddisfacente, mi imbatto finalmente in Georgia e nella sua agenzia: WeddingParos.
È solo a quel punto che io e Francesco capiamo che il sogno potrà diventare davvero realtà.
Georgia ci offre via mail tutto il suo aiuto e la sua disponibilità.
A poche ore dal primo contatto mail, ci conosciamo in una lunga videochiamata su Skype, e in serata avremo già fissato il giorno del matrimonio e prenotato la Chiesa di San Giorgio, a Naoussa.
È il 12 Gennaio 2016, e il matrimonio sarà il 4 Giugno… dello stesso anno!
Quindi abbiamo 5 mesi esatti per organizzare il tutto.
Del resto, io e Francesco abbiamo sempre creduto che il giorno che avremmo deciso di sposarci, lo avremmo fatto senza perderci in lunghi e interminabili preparativi.

Ho spesso visto amiche e conoscenti in pieno stress decisionale, con l’ansia dei dettagli da “ultimo minuto”, anche se magari mancavano mesi al matrimonio.
Io ho preferito vivermi i mesi che mi separavano dal sogno come se fossero attimi di un film a scorrimento lento, da gustare e vivere pienamente senza che fossero “contaminati” da stress o emozioni negative.
Ho potuto farlo solo affidandomi in toto a Georgia e al suo team, e fidandomi ciecamente del loro lavoro.
Le è bastata qualche mail e qualche conversazione su Skype per decifrare i nostri gusti, snocciolare le nostre aspettative, e proporci soluzioni che potessero essere adeguate al tipo di matrimonio che volevamo realizzare: qualcosa di piccolo, con pochi invitati, e che rispecchiasse l’atmosfera greca senza particolare enfasi al fasto o al lusso.
Volevamo la taverna, la musica tipica, i decori semplici e Georgia è sempre stata brillante nel proporci l’opzione perfetta, con un’attenzione al dettaglio sempre ineguagliabile.
Nei 5 mesi di preparativi non sono mai andata a Paros a “controllare” lo svolgimento dei lavori: qualsiasi dubbio potessimo avere, Georgia era pronta a raccogliere le nostre confidenze, a veicolarle ai fornitori e tornare da noi con le rassicurazioni che avremmo voluto.
Quando mi sembrava di perdere il controllo sulle tempistiche, c’era lei a tranquillizzarmi, e a dirmi che tutto si stava svolgendo secondo un piano perfetto.
Aveva sempre una parola di conforto e rassicurazione, un’energia tale da mantenerci vivi e curiosi su qualsiasi tematica potessimo affrontare.
L’abito scelto in Italia, dopo aver girovagato in appena 3 atelier in compagnia della mamma, venuta apposta dalla Sicilia per qualche giorno.
I fiori scelti compilando un breve questionario sugli accoppiamenti di colori preferiti.
I decori decisi sulla base di alcuni semplici disegni.
Le bomboniere affidate al conoscente di fiducia della nostra wedding planner.
Il parrucchiere greco che non conosce i tuoi capelli, e dopo un pomeriggio di prove accoglierà la tua “folle” richiesta di lasciarli sciolti e liberi sulle spalle, nella maniera più semplice e naturale possibile (che per una come me, che tiene i capelli sempre legati a lavoro, equivale ad una delle maggiori libertà e conquiste possibili).
La torta nuziale scelta su Pinterest e mai vista, se non il momento in cui ci è stata servita!
Insomma, io e Francesco abbiamo espresso gusti, preferenze e interessi lasciandoci quasi cullare dall’andamento spontaneo delle cose, senza mai forzare l’organizzazione e il lavoro dei nostri angeli custodi.
Siamo arrivati al giorno del nostro matrimonio come se fossimo dei semplici invitati, senza volerci troppo coinvolgere nella verifica di quei dettagli dell’ultimo minuto, pronti piuttosto a farci cogliere di sorpresa gustandoci qualsiasi attimo come se fosse un piacevole imprevisto anche per noi.
E così è stato.
La cosa più bella di quel giorno, per me, è stata proprio la sorpresa insita nelle piccolissime cose.
Il fatto che non fossi stata io a prevedere lo svolgimento naturale degli eventi, e che quindi in certi momenti non sapessi nemmeno io cosa aspettarmi.
La Chiesa, che non avevo mai visto, prima di arrivarci stretta al braccio di mio papà.
Un celebrante incontrato solo qualche ora prima del matrimonio, che sembrava -però- ci conoscesse da una vita: non dimenticheremo mai le parole di Padre Giorgos, mirate e dritte ai nostri cuori, così giuste e adatte agli sposi che aveva davanti ai suoi occhi…
Lo staff dell’albergo in cui soggiornavamo, e in cui si sono svolti trucco e parrucco di protagonisti e ospiti della grossa, grassa avventura in terra ellenica: chi può dimenticare la suite addobbata a festa, i regali e gli addobbi regalatici con il cuore…
Villa Irini è il posto in cui, ancora oggi, mi rifugio tutte le volte che torno sull’isola. È quel posto che chiamo casa, quando sono lontana da casa.
I nostri invitati e la meraviglia nei loro occhi: vedere gli amici più stretti coinvolti dal momento che stai vivendo, ma anche estasiati dalla bellezza del posto in cui li hai portati… sapere di aver seminato anche nei loro cuori una piccola parte di quell’isola che è dentro di te.
I fotografi e i videografi che ci hanno accompagnato in giro per l’isola, a catturare gli scatti più belli tra gli scorci che avremmo voluto portare per sempre nei nostri ricordi.
Il perfetto incastro di tutto: l’arrivo degli ospiti, via barca, alla location della cena, sopra la spiaggia di Kolymbithres, la qualità delle portate servite, l’atmosfera informale attorno al tavolo a ferro di cavallo preparato per noi, le risate con gli amici giunti proprio lì, in quel puntino dell’Egeo, da tutto il mondo.
L’emozione di Georgia e suo marito Yiannis, lo stato febbrile di mio papà (non graziato dal Meltemi dei giorni precedenti il matrimonio).
L’emozione mia e di Francesco, sposi al cospetto dell’isola e delle persone che portavamo nel cuore.
Il nostro viaggio di nozze si è svolto itinerante in terra greca.
Siamo rimasti a Paros ancora qualche giorno, il tempo di registrare anche in Comune il nostro matrimonio, con delle “scartoffie” scritte in quella lingua che -all’epoca- mi era così estranea, in compagnia di amici e parenti che hanno colto l’occasione del nostro matrimonio per fare qualche giorno di ferie.
Poi ci siamo spostati a Naxos e, infine, a Mykonos da cui abbiamo ripreso il volo per tornare in Italia.
È come se Paros mi fosse entrata dentro ancora di più dopo quel giorno; sono tornata altre volte sull’isola, anche da sola.
A trovare la mia Georgia e la mia nuova casa/famiglia acquisita, a scoprire un legame sempre più viscerale con i paesaggi di quell’isola che mi ha accolta per il mio giorno più importante, a cimentarmi con la lingua dei local che ho iniziato a studiare qualche mese dopo il matrimonio.
Perché un’isola, quando inizi a sentirla “tua”, comincia a stregarti con la sua magia, ti infonde la voglia di tornare all’infinito, e nonostante tu creda di conoscerne ogni singolo anfratto, ci sarà sempre una meraviglia nascosta che si paleserà ai tuoi occhi per la primissima volta.
Io credo che sognare ci faccia sentire vivi e alimenti la nostra energia vitale, e a chiunque mi parli del “sogno” di un matrimonio o di una casa in Grecia dico sempre di chiudere gli occhi e assaporare quel momento, per quando verrà.
Perché non bisogna mai ritenere irrealizzabili i propri sogni, specie se fatti di queste “piccole” cose, come un matrimonio in riva al mare.
Certo, mantenere saldi i piedi per terra e mettere a bilancio tutte le possibili spese è fondamentale, e per questo consiglierei di cominciare dalla cosa più banale e scontata di tutte: la lista degli invitati.
A seconda del numero di invitati, potrete poi valutare se offrire loro il viaggio, il pernottamento, o entrambi e decidere su quale voce investire di più (Abito da sposa? Decori? Torta nuziale? Musica?).
Quello che vi consiglierei di sicuro, in base alla mia esperienza, è affidare l’organizzazione del vostro giorno speciale ad un’agenzia di wedding planner, che possa accompagnarvi con serenità, professionalità e spensieratezza fino al momento del “si”… e anche oltre, quando da un rapporto di collaborazione può nascere anche una splendida amicizia”.
E se la vostra preoccupazione principale riguarda la questione “incartamenti”… proseguendo nella lettura di questo articolo, proverò a darvi qualche consiglio utile circa la loro preparazione, a seconda che si tratti di una cerimonia religiosa, civile o simbolica.
Sposarsi in Grecia, infatti, non richiede una documentazione totalmente differente da quella che dovreste produrre per il vostro matrimonio in Italia, e con l’aiuto di agenzie e wedding planner specializzati, anche la cura dei dettagli potrà essere una “banalità”.
Ci tengo a precisare, però, che parte della documentazione o dell’iter possano essere cambiati nel corso dell’anno, quindi verificate sempre con il vostro Comune di residenza e con la vostra Parrocchia eventuali aggiornamenti o procedure attualmente in essere!
Cominciamo col dire che se la cerimonia è soltanto simbolica, non avrete alcun impegno burocratico perché -di fatto- davanti alla legge non dovrete testimoniare alcuna unione.
Solitamente, il rito simbolico è quello che si fa per il rinnovo di una promessa di matrimonio, o una semplice celebrazione tra amici che vada a festeggiare un’unione già civilmente trascritta.
Così, ad esempio, ricorre il vostro decimo anniversario di matrimonio?
Oppure, vi siete sposati in Comune e avete voglia di festeggiare l’evento, tempo dopo, in presenza di amici e parenti su una piccola spiaggetta greca?
Nessuna burocrazia (di fatto, avete già commesso l’errore di sposarvi! 😀 ), solo tanta fantasia nella scelta della vostra location ideale e spazio al vostro budget nella cura del dettaglio.
Se, invece, il matrimonio è religioso, dovrete produrre un pò di documentazione burocratica, ma niente di così tragico o spaventoso… basta munirsi di un pò di pazienza, scegliere la giusta agenzia di wedding planner (non mi stancherò mai di ripetervelo che nell’organizzazione di un matrimonio all’estero, la presenza di un wedding planner diventa vitale, per seguire tutte quelle cose che, da casa, non avreste modo di seguire se non prendendo un volo e raggiungendo in concreto la destinazione del vostro matrimonio) e seguire questo piccolo bignami:
- Contattare la Chiesa in cui volete celebrare il rito religioso (tramite wedding planner, o mandando voi stessi una mail, previa ricerca sul web delle chiese Cattoliche o Ortodosse), e chiedere disponibilità per la data prevista.
Chiariamo subito che, essendo greca, Paros è naturalmente un’isola ad orientamento religioso prevalentemente Ortodosso.
Ma poiché appartiene anche all’Arcidiocesi Cattolica di Naxos e Tinos, ha nel suo territorio due piccole chiese Cattoliche: una nel centro di Parikia, e una nel cuore di Naoussa.
A celebrare le funzioni religiose in entrambe le chiesette dell’isola, lo splendido Padre Giorgos, capace di esprimersi in un ottimo italiano, in seguito ai suoi studi in Vaticano. - In caso di matrimonio Cattolico, una volta fissati Chiesa e Prete a destinazione, contattare la propria Parrocchia di appartenenza per iscriversi al Corso di Preparazione al Matrimonio.
Ne organizzano molti, di durata anche differente: non resta che scegliere quello più consono ai vostri interessi o alle esigenze di tempo! - Presentare alla Diocesi di appartenenza (tramite il Parroco che seguirà la vostra preparazione) la documentazione che attesta il completamento del Corso Prematrimoniale, e inoltrare richiesta di matrimonio all’estero per ottenerne relativo nulla osta.
Sulla carta, è infatti possibile contrarre matrimonio Cattolico ovunque nel mondo ci sia una Chiesa e un Prete Cattolico; ma, nella sostanza, spesso la Chiesa Cattolica ammette matrimoni all’interno della propria Parrocchia di appartenenza, o -al massimo- nella Parrocchia di appartenenza del proprio partner.
Non è, dunque, scontato ricevere il nulla osta dalla Diocesi alla celebrazione di un matrimonio fuori dalle Parrocchie di appartenenza di entrambi gli sposi: fondamentale potrebbe, dunque, rivelarsi il rapporto instaurato con il proprio Parroco, o con il Parroco che avrà seguito la vostra preparazione al corso - Documentazione dalla propria Parrocchia di nascita:
- certificato di battesimo e cresima (congiunti);
- attestazione dello stato libero
- Documentazione civile:
- certificato cumulativo di cittadinanza, residenza e stato libero;
- certificato di Capacità Matrimoniale
- eventuale certificato di divorzio o vedovanza
- Richiesta di pubblicazioni solo religiose: nel caso di matrimonio religioso, le pubblicazioni andranno richieste solo al proprio Parroco, e affisse nelle Parrocchie di appartenenza dei due sposi.
Non dovranno essere richieste pubblicazioni di tipo civile: basterà presentare il Certificato di Capacità matrimoniale - Fissare (meglio se con il proprio wedding planner) appuntamento in Comune per la trascrizione dei documenti, al termine della funzione religiosa
- Una volta rientrati in Italia, occorrerà procedere alla traduzione dei documenti rilasciati dal Comune ellenico in cui ci si è sposati.
Secondo la mia esperienza, nel 2016, non è stato necessario munirsi di traduttore “ufficiale” o autorizzato; è bastato che la persona predisposta alla traduzione dei documenti dal greco all’italiano (nel mio caso, una mia amica), autodichiarasse la correttezza della traduzione effettuata presso uno degli uffici preposti del Tribunale.
Ultimamente, anche in base a quanto emerso durante la diretta di Sabato 30 Maggio 2020, pare richiedano -invece- un traduttore autorizzato.
Ma anche su questo punto riuscirete ad avere chiarezza interagendo con gli appositi organi di competenza - Recarsi con la traduzione così legalizzata presso il Comune di appartenenza, e chiedere la registrazione dei documenti
Per un matrimonio civile, dovrete produrre la stessa documentazione civile che vi servirà per il rito religioso appena visto. Ovviamente, dovrete escludere i passaggi legati a Chiesa, Prete ecc…
Questa la diretta andata in onda Sabato 30 Maggio 2020 per il format Chiacchiere di Grecia, in cui abbiamo raccontato un pò delle nostre esperienze (dal matrimonio Cattolico, a quello misto Cattolico/Ortodosso, fino a quello puramente simbolico).
Tanti in bocca al lupo a chi sta già pianificando il suo grosso grasso matrimonio greco e a chi inizierà a pensarci leggendo queste righe!
2 commenti su “Matrimonio in Grecia… piccola guida alla realizzazione di un sogno”
Buongiorno, avrei il desiderio di organizzare una cerimonia per il 25mo anniversario di matrimonio in una isola greca, rinnovando il giuramento in una chiesetta con rito ortodosso . Vorrei sapere se è possibile. Grazie
Buongiorno Giovanna, a meno che lei o il suo compagno siate di religione ortodossa, non è possibile effettuare riti in chiese ortodosse.
Potreste pensare a una celebrazione simbolica (quindi non religiosa) in chiese non più “attive” o in comune o in spiaggia, oppure a una celebrazione cattolica, ovviamente in chiesa cattolica 🙂