Quando vado in vacanza in Grecia, solitamente, mi piace portare con me qualche lettura (a questo link un esempio di romanzi sul genere) che mi parli di un posto simile a quello in cui mi trovo, in modo da immedesimarmi nei personaggi, nelle loro vite e nei profumi/sapori che li circondano… per poi riaprire gli occhi e vedere quelle stesse note di colore nella realtà di fronte a me.
Nel mio ultimo viaggio a Paros, il mio fedele compagno sotto l’ombrellone di Kolymbithres, nel sagrato della chiesa che porta a Lageri o tra i vicoli del kafeneion di Prodromos, è stato il romanzo best seller di Victoria Hislop, che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, e racconta la storia dell’isola di Spinalonga.
Pensavo fosse un semplice romanzo….
Si è rivelato molto, molto di più.
Fin dalle prime pagine del libro, ho avvertito incessante la curiosità di sapere subito tutta la storia dell’isola; volevo capire se quanto scritto dall’autrice tra le pagine del libro fosse verità, o corrispondesse solo a storia romanzata.
E, così, mi sono imbattuta -per caso- nella triste ma strabiliante storia di questa minuscola isola di fronte alle coste di Creta, diventata terra di esilio per i malati di lebbra nella Grecia dei primi anni del 1900, fino agli anni ’60.
E ad ogni pagina, ogni singola riga di questo romanzo, un battito al cuore sempre più accelerato e la curiosità di visitare -una volta nella vita- questo posto incantato.
Fatto di edifici abbandonati, che racchiudono ancora la voglia di sopravvivenza dei suoi vecchi abitanti.
Di negozi, botteghe, attività commerciali, ospedali, qualsiasi cosa potesse indurre in loro l’illusione di una vita “normale”, dignitosa come qualsiasi vita debba essere trascorsa, e il germe della speranza di una guarigione.
Non passa giorno che non cerchi notizie, informazioni e foto su di lei.
Centellino le pagine del mio libro, per la paura che mi lasci sola e senza la magia dei suoi racconti.
Quell’isola in realtà non isola, separata forzatamente dalla penisola di Kalydon nel tempo di dominazione dei Veneziani, per ricavarne una fortezza con cui proteggere le coste dell’intera isola di Creta.
Rimasta baluardo inespugnabile di fronte al passaggio di varie dominazioni, e poi sottomessa alla piaga della lebbra.
Eh, si… Spinalonga è diventata la mia nuova ossessione ??
Per me, che subisco forte il fascino di quei posti abbandonati ma ancora impregnati di vite passate, è come una specie di Delos di tempi decisamente più moderni, un luogo deserto in cui poter respirare ancora l’alito di vite passate ?
Per raggiungere l’isola, sono attivi dei collegamenti giornalieri in barca da Plaka, Elounda e Agios Nikolaos. Ma non ci si sofferma a dormire: l’isola è totalmente abbandonata, non ha strutture ricettive o bar che offrano refrigerio per ripararsi dalla calura.
Un paio di ore e si torna sulla terraferma.
E voi ci siete mai stati?
Vi va di condividere con noi la vostra esperienza sull’isola?
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